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Sostenibilità

L'acqua nascosta nei nostri piatti

19 gennaio 2022
L'acqua nascosta nei nostri piatti
Spesso mangiamo di fretta, non badiamo a quello che cuciniamo e mettiamo in tavola. Ma dobbiamo pensare che tutto ciò che consumiamo ha un’impronta, e nel caso dei cibi questa è un’impronta idrica, spesso molto più pesante di quello che possiamo immaginare.

 

Quanta acqua è servita per la nostra insalata o il caffè a fine pasto?


Per produrre i cibi che mangiamo serve molta, moltissima acqua. E se un essere umano in media beve due litri d’acqua solo per sostenersi, in realtà ne consuma molto di più per l’alimentazione.

Fu il professore Arjen Hoekstra una ventina di anni fa a parlare per la prima volta di impronta idrica, che rappresenta il volume totale di acqua impiegato durante la catena di produzione per ottenere il cibo o qualsiasi altro bene.

In tutto il mondo, ma soprattutto nel nostro paese, c’è quotidianamente un grande spreco di risorse idriche, che si aggiunge a tutta l’acqua che normalmente viene usata per produrre i cibi che mangiamo. In Italia l’impronta idrica supera il 6000 litri al giorno, acqua che direttamente o indirettamente viene consumata da ognuno di noi, il che ci posiziona in sostanza agli ultimi posti in Europa per consumo d’acqua pro capite.

Degli sprechi enormi, che dovremmo in qualche modo ridurre per il bene nostro e del pianeta.
Si calcola che il 70% dei prelievi di acqua dolce siano per agricoltura per l’irrigazione e il 92% dell’impronta idrica della Terra sia appunto legata all’agricoltura.

 

Mutare abitudini per innescare il cambiamento


Il cambiamento parte però anche dalle scelte di ciascuno: basterebbe prima di tutto seguire la dieta mediterranea o comunque una dieta sostenibile, rispetto a una non sostenibile: con la preferenza per i prodotti di stagione, e questo già ridurrebbe in qualche modo il consumo di risorse idriche. Ovviamente, l’importazione di cibo dovrebbe essere ridotta al minimo, perché quando si consuma del cibo importato, ovviamente si importa anche l’acqua che esso contiene.

Ci sono poi degli accorgimenti, anche casalinghi, per evitare lo spreco di acqua nascosta nei cibi. Ad esempio, in un altro articolo, abbiamo ben spiegato come la pianificazione di un menu settimanale possa aiutare a ridurre gli sprechi.

Non è comunque semplice attuare questo tipo di cambiamento, perché qui non si tratta di chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci laviamo i denti, qui siamo di fronte a un’acqua invisibile, che si nasconde nella verdura che mangiamo o nell’hamburger che mettiamo nel microonde.

 

Ecco alcuni esempi


Incredibile pensare che, ad esempio, mangiare dei fagioli o delle patate al forno, o della frutta, faccia consumare anche migliaia di litri d’acqua. Ancora più pesante il peso dell’acqua se parliamo di carne: un filetto di manzo con l’insalata fa salire i litri d’acqua a più di tremila. Si scende un po’ nei litri d’acqua, se decidiamo di optare per un menu completamente vegetale. Infatti, contengono meno litri d’acqua hummus di ceci, ma ci aggiriamo comunque sempre intorno ai 1000 litri d’acqua.

In linea di massima, le verdure sono l’alimento per cui l’impronta idrica è minore, ce ne vogliono di più per un chilo di legumi essiccati, e si sale tantissimo se parliamo di carne di maiale o di carne di manzo.

Ci sono poi alcuni consigli pratici, quotidiani per provare a ridurre l’acqua nascosta nel piatto, senza per questo rinunciare alla bontà del cibo: eliminare o, quanto meno, ridurre gli alimenti di origine animale; e, se proprio non si riesce, fare attenzione alle modalità di allevamento degli animali da cui derivano gli alimenti che consumiamo; mangiare se si può solo alimenti, frutta e verdura di stagione; comprare biologico; comprare prodotti locali, supportando l’agricoltura del proprio territorio; ridurre o eliminare del tutto lo spreco alimentare e il cibo gettato in pattumiera.

L'articolo è a cura di Econote.it!